Da un recente studio di Intel Security, nota azienda statunitense di sicurezza informatica, emerge che il 43% del furto di dati aziendali sia da addebitare all’operato di dipendenti infedeli piuttosto che ad hacker attivi in operazioni di spionaggio industriale. Alcune aziende, d’altro canto, provano a tutelarsi riponendo fiducia nei cosiddetti “software predittivi”, capaci di analizzare e individuare i comportamenti più a rischio degli utenti di una rete aziendale. Tali tipologie di software, funzionanti con l’inserimento di specifiche parole chiave, vengono per lo più impiegati per monitorare connessioni esterne, in cerca di informazioni confidenziali scambiati via email, social network, siti internet ecc.
Ciò nonostante i reati di Furto di dati aziendali non accennano a diminuire.
Per di più, imprenditori e titolari d’azienda si trovano a dover fare i conti con leggi e normative oltremodo restrittive riguardo a privacy e diritti dei lavoratori. In questo caso la soluzione migliore è sempre quella di mettere al corrente i propri dipendenti dell’utilizzo di tali applicazioni di monitoraggio informatico. Lo stesso dicasi per telecamere di sorveglianza, software spia per cellulari Endoacustica o qualsiasi altro dispositivo elettronico di sicurezza preventiva. Certamente ogni realtà aziendale è un caso a sé, tuttavia l’analisi di Intel Security, a nostro parere, potrebbe servire a far riflettere gli imprenditori sui reali motivi di un Furto di dati aziendali prendendo in debita considerazione il famoso detto “prevenire è sempre meglio che curare”.