Oggi, amici miei, cominciano le avventure di Jane Walker. Investigatrice privata, alle prese con i suoi clienti.
Jane e l’orecchino nascosto – Ep. 1
Jane stava camminando, di fretta come sempre, sulla strada più affollata di Londra, soprappensiero. Una sua cliente aveva appena finito di scriverle un lungo, disperato messaggio su suo marito, riferendole che fosse certa al 100% che il tradimento c’era stato e che la sua investigazione che non aveva portato a prove evidenti chiaramente aveva delle grosse lacune. Aprì la porta di casa, si massaggiò le tempie, sperando di non sentir squillare quel maledetto telefono per altri cinque minuti.
Ma il telefono squillò.
Era Claire, la sua nuova cliente.
“Ciao cara, come stai? Dimmi tutto”, esordì Jane, senza il minimo desiderio di ascoltare.
“So che ti contatto all’ultimo minuto, che la consegna era per domani e che devi ancora concludere le ricerche, ma volevo sapere se, magari, ecco… Se avevi qualche anteprima, qualche novità…”, Jane poteva quasi sentire la sua mano destra sfregare nervosamente contro la sinistra. Aveva scelto di fare questo lavoro perchè lei per prima aveva sperimentato il terribile dolore del tradimento. Scosse la testa quando un’immagine indesiderata le apparve davanti agli occhi. Il passato, ormai, era passato.
“Ho installato un localizzatore GPS Endoacustica sulla sua auto, perchè ieri ho trovato un oggetto sospetto, ma non ho ancora abbastanza dati per fare indiscrezioni, Claire”, disse Jane, prendendo tra le dita la busta di plastica che conteneva l’orecchino trovato a casa dell’indiziato. Jane era sicura che non potesse essere di Claire, perchè lei non viveva più a casa di Jake da tre settimane ormai. Inoltre, alla prima perquisizione fatta in casa di Jake non v’era stata traccia di quell’orecchino.
“Oh…” la sua voce tremava “capisco. Ci aggiorniamo domani, allora?”, disse e senza neanche attendere risposta, sull’orlo di una crisi di pianto, attaccò il telefono. Jane sospirò. Prese il telefono aziendale che era collegato al gps e controllò la posizione dell’indiziato. Era ancora a casa. Strano, a Claire lui aveva riferito d’essere uscito per andare al mini market. Era il caso di seguirlo nuovamente.
Si mise in macchina e portò con sè il suo spyphone, perchè stavolta avrebbe provato a installare lo spyware che le avrebbe permesso di accelerare di gran lunga le indagini, dandole accesso a tutti i dati del telefono di Jake. Quando arrivò all’appartamento dell’indiziato, si vestì in fretta con la sua copertura preferita: fattorina di JustPizza. Prese la sua pizza calda, appositamente camuffata con il logo dell’azienda fantasma e andò a suonare al campanello.
“Salve!” sfoderò un enorme sorriso quando Jake aprì la porta. Lui tentennò. Nel frattempo, gli occhi rapidi di Jane scandagliarono dietro le sue spalle per cercare qualche indizio e sul suo smartwatch lesse il messaggio di Claire che le chiedeva ancora novità. Lo ignorò.
“Io non ho ordinato una pizza!”, disse lui, brusco.
“Oh, mi scusi, credo d’aver sbagliato indirizzo. Ma la prego, accetti l’ordine per il disturbo, offre la casa, posso?”, gli chiese, tentando di ottenere l’ingresso.
Profumo femminile, una vampata raggiunse le narici di Jane, che strinse i denti.
“Amore, chi è alla porta?”, una voce squillante si avvicinò rapidamente, ma quando Jane vide il volto della donna, rimase confusa e shoccata.
Era Claire.