Cresce la Nomofobia, la paura di restare senza smartphone

Cresce la Nomofobia, la paura di restare senza smartphone

Dopo esser diventato il nostro migliore amico e averci aiutato nelle più svariate attività, il cellulare è diventato il protagonista anche dei nostri incubi. Si chiama Nomofobia che letteralmente significa “no-mobile-phone-phobia” ed è la paura di rimanere senza smartphone, disconnessi dal mondo.

Secondo una ricerca effettuata da Securenvoy, i dati destano preoccupazione: il 70% delle donne e il 61% degli uomini ha paura di rimanere senza il cellulare. Nonostante la leggerezza del tema, non si sottovalutano le conseguenze di questa fobia, stanno nascendo infatti i primi centri di riabilitazione specializzati.
A questa forma principale di paura collegata al cellulare si uniscono i timori di rimanere senza credito, di avere la batteria scarica o di smarrirlo.
Ammettiamolo, molti di noi hanno costruito il proprio mondo nello smartphone. Contatti, foto, video, musica, agende, social, c’è addirittura chi usa il telefono per spiare conversazioni e spostamenti del proprio partner.
E oltre alle paure, si parla di vere e proprie fissazioni come chi non riesce a stare più di qualche minuto senza controllare il display e chi ha la continua necessità di aggiornare i social network.

Alcuni dei segnali della nomofobia possono essere non posare mai lo strumento, essere presi da ansia nel momento in cui non lo si trova, utilizzarlo anche in bagno e tenerlo nel letto mentre si dorme. La maggior parte dei dipendenti è di età compresa tra i 18 e i 24 anni, seguiti dalla fascia che va fino ai 34.
Per il momento numerose sono state le richieste di implementazione di software spia Endoacustica all’interno di cellulari di figli, amici o partner a dimostrazione che senza il cellulare proprio non si sa stare e che lo strumento va ben aldilà della semplice chiamata e nasconde in se tutti i nostri segreti.

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