La diffusione sempre più capillare dei dispositivi di localizzazione GPS Endoacustica li ha resi molto diffusi anche nel settore dello spionaggio e delle investigazioni personali. Infatti, mentre fino a pochi anni fa l’utilizzo di sistemi di localizzazione satellitare era appannaggio quasi esclusivo di enti governativi e militari, l’abbattimento dei costi legato all’accessibilità di questa tecnologia li ha resi molto diffusi anche per uso privato o investigativo.
Tale diffuzione, che può essere vista come invasiva della nostra privacy, è in moltissimi casi perfettamente legale. Di pochi giorni fa è la notizia che un tribunale del New Jersey ha infatti rigettato la causa intentata da un marito nei confronti della moglie, che nel 2007 lo aveva fatto spiare da un investigatore privato.
Il detective aveva piazzato un piccolissimo localizzatore GPS Endoacustica nel cruscotto dell’automobile del signor Kenneth Villanova, il quale per più di un mese non si rese minimamente conto che i suoi movimenti venivano seguiti passo per passo e debitamente registrati, e che sua moglie ne era informata.
Una volta scoperto il localizzatore, Kenneth denunciò la moglie e l’investigatore. Purtroppo per lui, il tribunale ha appena decretato che l’operazione di sorveglianza nei suoi confronti non viola alcuna legge, in quanto il dispositivo GPS veniva usato per ricostruirne i movimenti in luoghi pubblici, cosa che non viene considerata illegale.
Infatti, non ci sono prove che, nei 40 giorni intercorsi prima che Kenneth rintracciasse il localizzatore, lo stesso abbia rilevato uno spostamento della persona sotto osservazione in un luogo privato, né tantomeno che eventuali informazioni in tal senso fossero state passate alla moglie.
Il caso è destinato a fare giurisprudenza negli USA, ed è stato accolto in maniera estremamente favorevole da parte degli investigatori privati, che vedono riconosciuta la possibilità di pedinare l’oggetto delle loro ricerche, a patto che tale pedinamento via GPS non interferisca con il diritto alla privacy.
Dall’altra parte della barricata, i difensori del diritto alla privacy controbattono che anche se il dispositivo è stato usato per seguire Kenneth in luoghi pubblici, il cittadino ha comunque il diritto di scegliere di non dover comunicare a terze persone la propria posizione in qualsiasi momento, anche se si trova in un luogo visibile.
Il dibattito infuria, tra chi sostiene che ci sono casi, come ad esempio la salvaguardia dei minori, in cui il diritto alla privacy possa venir meno, e chi invece è convinto che essa sia un valore assoluto in ogni momento.