Stalking, chi lavora in Tv è più a rischio.

Stalking, chi lavora in Tv è più a rischio.

Sarà per la familiarità che i loro volti suscitano, sarà per il fascino che può esercitare su alcuni individui il loro particolare lavoro ma, secondo una ricerca condotta in rete, sarebbero i personaggi Tv ad essere più a rischio quando si parla di stalking, soprattutto se sono donne e giornaliste. Secondo questo studio, infatti, il popolo di stalker sul web preferirebbe, in ordine, le giornaliste televisive (33%), attrici e showgirl (24%), opinioniste (18%), cantanti (11%), politiche (9%), imprenditrici (3%). Ai primi posti figurano, ovviamente, i volti più giovani, ma anche meno noti.

Commenti sui Social Media, sotto i video di testate giornalistiche online, email private o alle aziende per cui lavorano: niente sfugge a chi è ossessionato dal loro volto, dalla loro avvenenza fisica e dal loro charme. Ed il passo dal virtuale al reale è davvero breve e, in certi casi, persino più pericoloso, in quanto potrebbe rappresentare un pericolo per l’incolumità fisica delle vittime.

A quanto pare, però, non sarebbe solo la violenza contro le donne al centro del dibattito: il capo meteorologo di una Tv svizzero-tedesca, Thomas Bucheli, sarebbe stato per anni vittima di stalking da parte di una 50enne, che proprio due giorni fa è stata ricoverata in psichiatria e dichiarata non imputabile.

Tutto sarebbe iniziato dopo un incontro con la spettatrice in una caffetteria degli studi televisivi, occasione della quale Bucheli approfittò per chiedere alla donna perché importunasse il suo collega Alex Rubili. La donna rispose i meteorologi dovrebbero infine smetterla di inviarle segnali nascosti attraverso il piccolo schermo. Da allora iniziò a pedinarlo, fino ad arrivare anche sotto casa.

Della serie, anche i vip non sono immuni dai problemi della gente comune. Ma, se magari chi ha possibilità economiche di un certo tipo può permettersi di avere anche delle bodyguard, gli altri hanno bisogno di strumenti più economici, ed altrettanto sicuri, che li facciano sentire protetti.

Chi sente il fiato sul collo dello stalker, vive una condizione psicologica che non permette di vivere in maniera piena e tranquilla la propria vita. Ecco perché sono sempre di più quelli che ricorrono a sistemi per la localizzazione satellitare di persone, che oggi non solo permettono di rilevare l’esatta posizione di un individuo, o oggetto, ma anche di ascoltare ciò che succede intorno. Un metodo molto usato, quindi, per rassicurare chi è vittima di stalking o teme che in qualche modo la propria vita possa essere in pericolo.

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