Bullismo al femminile, sei ragazzine a processo per sequestro di persona.

Bullismo al femminile, sei ragazzine a processo per sequestro di persona.

Le ragazze, si sa, in tutto quel che fanno mettono quel pizzico di stile che sfugge invece ai ragazzi, anche nelle cose cattive o che non si dovrebbero fare, anche nel bullismo. Un bullismo più subdolo e più difficile da scovare, anche perché non lascia tracce sul corpo, ma sicuramente nell’anima, segnando la psiche delle vittime, spesso adolescenti e con il carattere in fase di formazione.

Le parole, si sa, possono ferire più di qualsiasi schiaffo, soprattutto se rivolte ad una ragazzina dal carattere fragile. Tipicamente femminili sono atti come la calunnia con espressioni piuttosto pesanti e l’esclusione totale dal gruppo della classe, un certo ostracismo.

Le prese in giro vertono di solito sia sul fisico che sul carattere, ma anche sul modo di vestire della malcapitata e vengono esercitate sia puro divertimento che per rinforzare l’immagine di sé innanzi al resto del gruppo o della classe, oltre che per “togliersi di mezzo” una persona vista dalla bulla (o dalle bulle) come rivale in qualche campo.

È proprio quello che è successo ad una 14enne di Roma, insultata dalle proprie compagne di classe come “puzzolente” e “sciatta” e presa in giro per le sue forme non ancora da adulta, a differenza delle altre, con delle sembianze già da donne. È stata, inoltre, chiusa in bagno dalle sue persecutrici per diversi minuti, nonostante i suoi lamenti ed i suoi pianti non abbiano intenerito le bulle, sei ragazzine denunciate dai genitori della vittima per bullismo e addirittura per sequestro di persona.

Adesso sarà un processo a stabilire cosa è successo alla ragazzina a partire dal 2009, anno in cui sarebbero iniziate, secondo gli investigatori, le persecuzioni. Le bulle si sono, invece, difese, attribuendo le loro azioni alla loro giovane età e considerandole come semplici atti di goliardia, “normali”, in un certo senso.

Il bullismo tra ragazze è un fenomeno che non va sottovalutato, proprio perché non è facilmente riconoscibile e può avere effetti deleteri a livello psicologico. Per questo, oltre ad interventi in campo educativo nelle scuole, sarebbe bene mettere a punto un sistema più complesso di sorveglianza qualora si sospettino atti di una certa portata. Spesso, inoltre, le vittime si chiudono in una sorta di guscio perché hanno paura di non essere credute o che chi le ascolta, i loro genitori per esempio, sminuisca certe azioni. Per questo farebbero bene a dotarsi di mini registratori digitali, strumenti dalle dimensioni davvero ridotte e facili da nascondere, che permetterebbero loro di registrare ciò che succede, in modo da poter fornire delle prove al cospetto di genitori e insegnanti.

Un fenomeno, quello del bullismo al femminile, che non lascia scampo nemmeno alle celebrità, come ha rivelato un’intervista alla figlia del re del pop Michael Jackson che, hai microfoni di Oprah Winfrey, ha raccontato di come delle sue compagne di classe abbiano esercitato su di lei violenze fisiche e psicologiche, anche attraverso il Web.

 

 

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