Furti di merci e segreti industriali: è ora di difendersi!

Secondo una ricerca americana, condotta dal colosso delle telecomunicazioni Verizon Business, sarebbero in aumento violazione di segreti industriali, i furti di merci e dati, e le frodi, soprattutto commesse tramite Internet.

Il dato più interessante però è che, se nel 40% si tratta di hacker, nel 48%, invece, è opera di dipendenti infedeli all’azienda, che utilizzano i propri diritti di accesso alle informazioni aziendali per il proprio tornaconto o per vendersi letteralmente ad aziende concorrenti, rivelando segreti industriali in cambio di un più lauto stipendio.

In alcuni casi si tratta di furti di piccola entità, di oggetti rubati per l’uso personale o ricettati. È il caso, per esempio, di un dipendente di un negozio di Perugia, che proprio ieri è stato fermato per aver rubato notebook e cellulari, lasciando le scatole vuote in uno stanzino, dopo aver cancellato i codici identificativi dei prodotti. È stato, tuttavia, possibile rintracciare la merce grazie al codice seriale dei telefonini.

C’è chi ruba poi, senza un particolare motivo: lo hanno ribattezzato il “collezionista di posta” ed è un dipendente delle Poste, appunto, che ha rubato corrispondenza per ben 700 chili, trattenuta nella propria casa, senza un particolare motivo e senza nessun guadagno.

Di maggiore entità è, invece, il danno apportato all’azienda da un dipendente delle Ferrovie dello Stato, un impiegato che ha intascato i soldi dei biglietti a prezzo di favore dei suoi ex colleghi. Una maxi truffa di centinaia di migliaia di euro, vendendo tessere falsificate agli ignari ex dipendenti.

Oltre ad una perdita diretta di denaro, quello che preoccupa maggiormente le aziende è rendersi conto che i propri segreti industriali, i propri progetti e bozze siano stati trafugati.

Dipendenti in odore di licenziamento o non valorizzati, che non mostrano particolare attaccamento all’impresa per cui lavorano, spesso si trasformano, appunto, in dipendenti infedeli, sempre pronti a rivelare segreti aziendali ai concorrenti: è il caso, per esempio, di un manager delle Acciaierie Valbruna che ha passato importanti informazioni ad un concorrente indiano ed è stato condannato a due anni di reclusione.

Diventa sempre più necessario, soprattutto in tempo di crisi, difendere i propri beni e i propri dati da eventuali attacchi di questo tipo. Spiare le conversazioni di dipendenti sospetti diventa sempre più una necessità. È stato proprio grazie ad un microfono spia, infatti, che un’azienda americana ha scoperto un proprio impiegato mentre trattava con rappresentanti della concorrenza. Colto in flagrante, è stato prontamente licenziato e denunciato. E, se da un lato c’è chi prende le difese dell’impiegato infedele, perché non messo nelle condizioni di essere soddisfatto della propria vita lavorativa, dall’altro ci sono i difensori, aziende, ma anche privati, del diritto di proteggere i propri segreti industriali.

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