Cassazione, sì alla videosorveglianza in ufficio se i lavoratori accettano.

Più volta si è parlato, in questo stesso blog, di videosorveglianza in ufficio e di  infedeltà aziendale e di come questa stia arrecando non pochi danni in un periodo in cui già la crisi economica ha ridotto sul lastrico diverse aziende.

Lavoratori assenteisti, o che lasciano il posto di lavoro per sbrigare le proprie faccende e, ancora, lavoratori che magari portano a casa oggetti presi dal proprio ufficio, pur non essendone i legittimi proprietari.

Si è anche parlato, a seguito delle rivelazioni di diverse agenzie investigative, di come molti datori abbiano assoldato dei detective per spiare i propri dipendenti e raccogliere materiale visivo che dimostri al datore cosa fanno i propri lavoratori nelle ore di ufficio, comprese le uscite non autorizzate. Materiale non utilizzabile in sede giudiziaria, ma utile al capo per verificare l’attaccamento dei propri dipendenti all’azienda.

Questo fino a poco tempo fa. Già, perché la Cassazione, con la sentenza n°22611 dell’ 11.06.2012, ha stabilito che è legale installare strumenti di sorveglianza negli uffici, anche quando questi inquadrino direttamente le postazioni lavorative, se i lavoratori prestano il loro consenso scritto e se ci sono, ovviamente, gli appositi cartelli che indicano che quella è un’area videosorvegliata.

Nessuna violazione dello statuto dei lavoratori, quindi, quando il provvedimento messo in atto dal datore sia sottoscritto dalle rappresentanze sindacali aziendali o, in assenza di queste, da una commissione interna o, ancora e a maggior ragione, “proprio da tutti i lavoratori”.

Una sentenza, questa, che sicuramente farà storcere il naso non solo ai lavoratori assenteisti e scansafatiche, ma anche a tutti coloro che si ergono a paladini della privacy. E chissà se assisteremo a scene “fantozziane” di sagome di dipendenti costruite ad hoc e poste sul posto di lavoro mentre le loro controparti umane sono a prendere tranquillamente il sole sui tetti aziendali. Insomma, ai video l’ardua sentenza.

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